toology parte 1

ok ok tutti noi abbiamo le nostre vergogne. no ok io non ho mai comprato nessun disco di Madonna ci tengo a sottolinearlo pero’ di roba che rinnego ne potrei trovare.

Siccome questa e’ la desperation week entriamo nel castello tetro e oscuro dell alternative metal (oooooh) e come il protagonista di alone in the dark ci avventuriamo nella casa degli spettri armati praticamente di nulla. E’ la casa dei Tool, gruppo nato negli anni ’90 a Los Angeles dall’iniziativa scherzosa (‘Volevamo mettere in piedi una band cosi’ per gioco, per divertirci’ dichiara il loro disadattato chitarrista Adam Jones) e invece vinceranno dei Grammy…

Non voglio farne un elogio, perche’ non se lo meritano. La loro musica parla per loro nel bene e nel male. Qualcosa di buono si trova persino in questi anime perse e bruciate cresciute in quel buco di LA. Quel che peggio di loro sono i loro fan, lo dico e’ ringrazio di non essere cosi’.

Se negli anni ’70 abbiamo avuti gli dei dorati del rock che salivano su un piedistallo alto piu o meno come il cielo delle stelle fisse di Dante qui sono i fan che salgono sul piedistallo. Quello della mente. Come i nuovi illuminati di Roberspierre formano la schiera del ‘adesso ti spiego io cosa devi ascoltare. Anzi no! non lo puoi capire perche’ questa e’ musica oltre, devi avere il DNA per capire il genio. tu non ce l’hai e torna ad ascoltare i flanellosi Pearl Jam’. Oddio potevo diventare cosi’? Please KILL ME.

In realta’ c’e’ qualcosa da salvare nei testi, ed e’ ancora l’ombra di quello che non c’e’ nella vita, che manca disperatamente. Ma rappresenta il buio della mente, il tentativo di rimettere insieme quei pezzi di un qualcosa che si ricordava integro. Con la pura forza di volonta’. Ho letto un interessante articolo di J.Waters su Amy Winehouse che ricolleghero’ in un modo tortuoso alle vicende dei Tool soprattutto del vocalist (‘Ho venduto la mia anima per fare un disco’). Parlero’ del prezzo di salire su un palco e incanalare le paure e le speranze di migliaia di anime, appunto come si puo’ rimanere gli stessi dopo?

Per ora mi fermo, riporto un testo di Lateralus, title track di un interessante disco del 2001. Un monolito nero come quello di Odissea nello Spazio di Kubrick, liscio e perfetto. Non ci perdete troppo tempo pero’.

Lateralus

 Black then white are all I see in my infancy
red and yellow then came to be, reaching out to me
lets me see
As below, so above and beyond, I imagine
drawn beyond the lines of reason
Push the envelope Watch it bend

Over thinking, over analyzing separates the body from the mind
Withering my intuition, missing opportunities and I must
Feed my will to feel my moment drawing way outside the lines

Black then white are all I see in my infancy
red and yellow then came to be, reaching out to me
lets me see there is so much more
and beckons me to look through to these infinite possibilities
As below, so above and beyond, I imagine
drawn outside the lines of reason
Push the envelope Watch it bend

Over thinking, over analyzing separates the body from the mind
Withering my intuition leaving all these opportunities behind

Feed my will to feel this moment urging me to cross the line
Reaching out to embrace the random
Reaching out to embrace whatever may come

I embrace my desire to
feel the rhythm, to feel connected
enough to step aside and weep like a widow
to feel inspired, to fathom the power,
to witness the beauty, to bathe in the fountain,
to swing on the spiral
of our divinity and still be a human

With my feet upon the ground I lose myself
between the sounds and open wide to suck it in
I feel it move across my skin
I’m reaching up and reaching out
I’m reaching for the random or what ever will bewilder me
And following our will and wind we may just go where no one’s been
We’ll ride the spiral to the end and may just go where no one’s been

Spiral out Keep going

(traduzione)

Tool – Lateralus (video)

Ndr: non aprite a caso video dei tool ufficiali. Potrebbero non incontrare i vostri gusti estetici di bellezza. Ve ne do’ ampiamente ragione.

3 thoughts on “toology parte 1

  1. Chicco

    Quanto astio nei confronti del povero alternative metal!
    Personalmente non sono una grande fan dei Tools (troppo cervellotici) ma alcune canzoni (tipo “Schism”) mi piacciono…

    Più che altro sono in periodo di revival con lo ska e non faccio testo…

    Reply
    1. Desperation Mixtape Post author

      Volevo qui assolutamente sottolineare che non c’è astio verso l’alt metal e nessun altro genere (neanche il metal industriale berlinese di matrice elettronica).
      Schism ci sta alla grande e in effetti loro sono un po’ prolissi (prog come direbbero alcuni).
      Ci sarà spazio anche per lo ska tra non molto. Per il momento sto studiando il rock ungherese del 60-70…ma poi c’è anche la nuova rubrica “The brown album” cioè la trasposizione del brutto come valore in musica…!!

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